giovedì 30 luglio 2009

INFORTEZZA - Firenze 05/08/2009 ore 21:00

Il giorno 5 agosto alle ore 21,00 nell'ambito della seconda edizione di INFORTEZZA alla Fortezza da Basso a Firenze ci sarà una tavola rotonda su "Sicurezza sul lavoro: testo unico e sue modifiche", interverranno Daniela Cappelli (segr. CGIL toscana), Marco Masi (Dipart. Prevenzione R.T.), Lancia Carlo (Confindustria) ed un RLS.
INFORTEZZA è musica, ristorazione, svago nel periodo estivo e quindi nei giorni dal 15 luglio al 8 agosto numerosa è la presenza di giovani ed anche meno giovani.
I recenti infortuni che hanno segnato le fasi di smontaggio di eventi precedenti hanno impegnato gli organizzatori della festa a farsi carico di esporre alcuni striscioni con slogan sulla sicurezza, oltre che alla distribuzione di materiale e a prevedere nell'ambito della "libreria" uno spazio-dibattito sul tema della sicurezza.

venerdì 24 luglio 2009

TERRAZZA ORIZZONTI- la stampa


La CGILè anche questo. CGIL. Sempre dalla tua parte.

giovedì 23 luglio 2009

Testo Unico Sicurezza: Cgil, Governo persevera su controriforma.

COMUNICATO STAMPA DI PAOLA AGNELLO MODICA - SEGRETARIA CONF. CGIL 
 

Testo Unico Sicurezza: Cgil, Governo persevera su controriforma. 
 

  Venerdì prossimo 24 luglio il Consiglio dei Ministri approverà in via definitiva il Decreto correttivo al T.U. sulla sicurezza.

  La Cgil giudica inaccettabile il comportamento del Governo, per di più in un momento in cui il Paese vive una crisi occupazionale profonda, molte fabbriche sono chiuse o in cassa integrazione ed i dati degli incidenti mortali rimangono a livelli intollerabilmente elevati.

  Dalle reiterate dichiarazioni del Ministro Sacconi e dagli atti ufficiali del Governo si evince che si tratta di una vera e propria controriforma, basti citare il tema della responsabilità dei datori di lavoro.

  Il Testo del Governo ha registrato il parere negativo della Conferenza delle Regioni, ed opposizioni significative nel Parlamento, nei luoghi di lavoro e tra eminenti personalità del mondo accademico.

  La consultazione delle parti sociali si è risolta in una riunione di circa due ore nella quale si sono espresse, su un testo così corposo, diciotto tra associazioni imprenditoriali e sindacali.

  A tutt’oggi il Governo non ha inteso far conoscere al Parlamento ed alle parti sociali il testo che intende approvare in via definitiva.

  Di più. Il governo ha provocato un aspro conflitto istituzionale con le Regioni che da più di un anno hanno più volte richiesto la costituzione del Comitato istituzionale Stato-Regioni espressamente normato dall’articolo 5 del Decreto 81/08. Sulla base di questo inconcepibile comportamento le Regioni sono state costrette a dichiarare la loro indisponibilità a partecipare alle previste riunioni del Comitato Consultivo che prevede la presenza delle parti sociali.

  La pervicace volontà del Governo di abbassare le tutele dei lavoratori e delle lavoratrici e di scardinare l’intero impianto sanzionatorio continuerà a trovare la più netta contrarietà della Cgil. 
 

Roma, 21 luglio 2009

sabato 18 luglio 2009

LETTERA DI EPIFANI AI PRESIDENTI DEL CONSIGLIO, DEL SENATO E DELLA CAMERA SUL PACHETTO SICUREZZA


Il segretario della Cgil Guglielmo Epifani con una lettera aperta ai presidenti del Consiglio, del Senato e della Camera condanna il pacchetto sicurezza e chiede di “trovare una soluzione ragionevole per lo straniero che lavora onestamente, anche se è senza permesso di soggiorno”. Di seguito pubblichiamo la lettera aperta.

Al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi Palazzo Chigi

Al Presidente del Senato Renato Schifani Palazzo Madama

Al Presidente della Gianfranco Fini Palazzo Montecitorio


Roma, 10 luglio 2009

Lettera aperta al Governo ed al Parlamento“Trovare una soluzione ragionevole per lo straniero che lavora onestamente, anche se è senza permesso di soggiorno”Con l’approvazione del ddl 733 b e l’ormai prossima entrata in vigore della nuova legge sulla sicurezza vengono cambiate le regole del gioco per chi è immigrato nel nostro Paese, con provvedimenti che incidono sullo status e sulle condizioni di vita e lavoro di chi ha deciso di cercare nel nostro Paese la chance di un futuro migliore, per sé e per la propria famiglia. La CGIL non condivide la filosofia del pacchetto sicurezza in quanto prefigura una separazione normativa nella condizione degli immigrati da quella degli italiani, colpendo così in prima battuta i lavoratori stranieri ma finendo per abbassare i diritti di tutti. In particolare considera l’introduzione del reato di immigrazione clandestina, basato non su fatti lesivi di beni meritevoli di tutela penale ma su una condizione individuale, una norma contrastante con il principio in materia penale, in base al quale si può essere puniti solo per fatti materiali. Inoltre l’introduzione di questo dispositivo produce effetti a catena sulla normativa e conseguenze forse poco valutate: 1. Detto reato ha carattere di “costanza” in quanto riguarda una situazione (il soggiorno) che dura nel tempo, e finisce per applicarsi anche a chi è in Italia prima dell’entrata in vigore della nuova legge sulla sicurezza. Assume dunque carattere di retroattività; 2. Per chi è in Italia irregolarmente da tempo, non c’è modo di evitare il reato che finisce per essere attribuito indipendentemente dalla volontà di chi vi incorre; 3. La nuova legge rende più onerosa e difficile la condizione di soggiorno anche per gli immigrati regolari; per chi non lo è prefigura un futuro nero: privo di diritti e di speranze; 4. Per chi è irregolare vengono meno diritti fondamentali della persona, come iscrivere il figlio all’anagrafe, il diritto allo studio oltre l’obbligo scolastico, il diritto ad una casa ed all’invio di rimesse in Patria, ecc. Inoltre impone agli operatori del servizio pubblico l’obbligo di denuncia, per non incorrere loro stessi in un reato.
Pur non condividendo la nuova legge, la CGIL crede utile evitare una situazione di criminalizzazione diffusa di chi è venuto in Italia per vivere onestamente ed è presente sul territorio al momento di entrata in vigore della nuova legge. Per questo motivo il nostro sindacato propone di dare la possibilità, a chi ha un lavoro di uscire dalla trappola della clandestinità.Va anche considerato che la legge metterebbe a rischio anche i datori di lavoro e le famiglie che occupano migranti senza permesso di soggiorno. Una situazione che – se non rimediata – rischia di avere pesanti costi sociali. Oggi il sindacato valuta che in Italia ci sono almeno un milione di lavoratori stranieri senza permesso, il che costa allo Stato italiano almeno 2 miliardi di Euro l’anno in mancate tasse e contributi previdenziali, fondi che dovrebbero essere investiti in integrazione ed aiuti allo sviluppo dei paesi di origine degli stessi immigrati. La CGIL propone dunque di fare emergere dal sommerso e dalla condizione di clandestinità chiunque oggi lavori e viva onestamente. Questo può e deve essere fatto: a) Non solo per le badanti. Nel lavoro domestico, in edilizia, in agricoltura e nel commercio vi sono situazioni di forte presenza del lavoro etnico irregolare e spesso condizioni di estremo sfruttamento; b) Quello che è importante è agire però subito con un provvedimento che abbia efficacia immediata, preferibilmente prima dell’entrata in vigore della nuova legge.
Si propone, inoltre: c) Di prevedere meccanismi efficaci per l’ingresso regolare; si rischia altrimenti di dare il segnale opposto a quello dichiarato: quello di una Italia chiusa alla migrazione legale; d) Usare più efficacemente gli ammortizzatori sociali per non licenziare, sia italiani sia immigrati. Inoltre chiediamo le garanzie di permanenza regolare in Italia per gli immigrati che hanno perso il lavoro a causa di crisi economica.
Per questo motivo la CGIL chiede di riaprire da subito il dibattito con le Istituzioni e con il Governo per trovare soluzioni condivise al tema dell’immigrazione e soluzioni ragionevoli, equilibrate ed umane al tema degli irregolari.

Guglielmo Epifani

venerdì 17 luglio 2009

IL FIUME SCORRE ANCORA

IL FIUME SCORRE ANCORA

Due torrenti a Cantagallo, un incontro, un abbraccio di schiuma e flutti e poi giù a sciorinar lembi d’acqua districandosi tra curve, anfratti e pieghe suggerite dalla Valle. Vigorìa e purezza sprigionate tra ellissi di ghiaia e rive di muschio aggrappato ora al faggio, ora al castagno; voracità di trote ospitate tra rivoli tronfi, sempre in cerca di friganee, e insieme le anse e i vetrici a guazzo che celano triotti e vaironi spauriti.
Muscoli mostrati e notati da altri muscoli e tendini sforzati, schiene curve e menti all’opera fra i monti, i boschi, i prati, a cercar la cattura di quei flussi. Si congegna la prigione, fatta di pale che prendon gli schiaffi dall’acqua, per dar lena alla grande digestione ruminante di granaglie, castagne, olive; masticazione dell’avorio anticipata da quella della pietra.
Osserva su un fianco il Monte calvo, e sovrasta, a insistere su quello, la Rocca di Cerbaia. Più sotto la Badia dei Benedettini, passata a quelli di Vallombrosa. Di schiena, il Monte aspro e spoglio, monte di fatica a cavar ferro e travertino . Scorre oltre, e offre il greto all’eleganza del barbo, lesto a rovistare i ciottoli, e al ghiozzo sgraziato e immobile che attende cibo. Cibo inverso anche lui nei giorni di festa, e nei pomeriggi d’estate, quando incastrato tra pozze è bersaglio di forchette e punzoni di chi è a pescar “broccioli”.
Scema la pendenza, al barbo succede il cavedano, e cala l’impeto, ma non la fame, esasperata dall’abitare una lingua di terra contesa, fame diversa eppur simile di parte guelfa e ghibellina. Zolle davvero contate per rispondere a troppe bocche, semine magre a darsi il cambio con piaghe e pestilenze. Resta invocar devoti il fiume e piegar le reni in guisa nuova. Son d’ausilio le decisioni prese altrove, e giungon come manna, prima di cingere il Capo d’Angiò. Il Creso gigliato, spavaldo e vanitoso si guarda allo specchio, si guarda le mani: d’altro sporco le vuol coperte, che non sia del “panno bigello”. Ha da pensare ad altro. Sublimi progetti, prodigi d’artisti, esuberanze d’oro dei Bardi che mutano in ricami dell’urbe: di creta bianca le guance, il lapislazzulo sulle ciglia, e ocre e porpore mosse da pennelli che adornano lo sguardo incantato a mirar due volte l’unto Re di Sion.
Raffinatezze di seta e raso da non lasciare altrui, e oltre le sue mura, verso ponente l’altro sudore, polmoni gonfiati di polvere e sporco di terra scavata. Rogge, gore e gualchiere, spuntan come dita dal palmo della mano che s’allunga a mezzogiorno, lavoro d’artigli ferrosi, unghie rotte e calli a graffiar la piana dalle Lodi del chiarore fino al Vespro della dodicesima. Ad ogni rivolo si danno i nomi: Pero, Gello, Palasaccio, Lupo, Castagno, fronte irrorata da sangue policromo di cuori e d’arterie a sembianza di vasche. Cattività d’acqua come pneuma vitale, primo solstizio della Calimala, che brinda solerte alle sue nozze di Cana. Trasmutazione dello scarto, umiliazione ascesa al sublime, orgoglio reso allo straccio dal dio palingenetico della rozzezza. Alacrità che plasma il rifiuto e lo rende in fiocco, subito in mano allo scardassiere, che sceglie e dispone per trama e ordito. Torsione e tensione femminile di muscoli e fili, il liccio che inventa combinazioni, l’allume di rocca nel bagno del tino, e in quello il panno si battezza e risorge.
Testarda e tenace Penelope, prona per duecento lustri a mostrar divenute virtù, stimate da altri ciarpame. Gioia e vanto nel gridare all’orbe l’arte saputa, intuizione materializzata, vessillo esibito e fluttuante ad ogni sospiro del tramontano. Gloria come pietra scolpita e scavata dalle piene e dal tempo, e oggi, ad alzar la testa, lo smarrimento opprime e sgomenta, tutto cambia e s’adegua anche il fiume. Corazze esotiche traversan le rive, il letto del fiume come veste cangiante, ora le rosse livree di carassi, ora riflessi verdi e zafferano dei persici sole. Eleganza d’aironi a far ombra tra l’acqua bassa, cacciando alborelle. Nuove genti, nuovi arrivi, nuove memorie lontane che s’ incrociano con le nostre ai bordi di questo fiume. Scorre ancora, come scorre la vita: e si è fatto tempo di nuove gualchiere.

giovedì 16 luglio 2009

TERRAZZA ORIZZONTI

La CGIL è anche questo:





TERRAZZA ORIZZONTI
musica e racconti aperti al mondo
h.21 terrazza Camera del Lavoro mercoledì 22 luglio
musica con le chitarre del gruppo FIABA DEL GATTO NERO
letture di GABER/LUPORINI
e DRINK per tutti.

Partecipa e fai partecipare.

lunedì 13 luglio 2009

mercoledì 8 luglio 2009

saluti

un caro saluto a tutti i giovani della CGIL,
e anche a quelli che si sentono giovani,
e anche a quelli che non lo sono,
e anche a quelli che non lo sono mai stati...

vi voglio bene comunque!

Leandro

Una regolarizzazione per gli extracomunitari che sono già in Italia senza permesso di soggiorno, ma con un rapporto di lavoro in corso. A chiederla al governo, attraverso un provvedimento d'urgenza simile alla regolarizzazione attuata nel 2002, prima dell'entrata in vigore della legge Bossi-Fini, è il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega alla famiglia Carlo Giovanardi. Obiettivo, gestire l'emergenza di colf e badanti - circa mezzo milione di persone ora in Italia, che si troverebbero 'fuori-legge' con l'ok al pacchetto sicurezza - e rendere più efficaci le nuove norme varate dal Parlamento.

OVVERO, QUANDO GLI IMMIGRATI EXTRACOMUNITARI SERVONO, NON SI BADA ALLE LEGGI CHE PURE SI SCRIVONO, SI VOTANO, SI APPROVANO TRA PACCHE SULLE SPALLE E CORETTI RAZZISTI.

venerdì 3 luglio 2009

Nuove risorse per i cassaintegrati.
Con un accordo assolutamente innovativo, primo nel suo genere in Italia, Regione Toscana, sindacati e associazioni di categoria si sono adoperati per recuperare nuove risorse a favore dei lavoratori in cassa integrazione o in mobilità.

mercoledì 1 luglio 2009


Pubblicato su Il tirreno un articolo di Francesco Toccafondi (clicca per leggere), Segretario della FILCEM CGIL di Prato, sui temi politici e sindacali della crisi economica e produttiva che si intreccia con l'annoso problema dell'immigraziane, cinese e non soltanto, tanto caro alla destra e sicuramente sentito dalla città del tessile. Condividendo l'impostazione argomentativa del Segretario Toccafondi e la sintesi sul piano della prospettiva politica e partitica, aggiungo che sulla questione immigrazione si stanno trascurando almeno due elementi di valutazione storica e proposta politica.

La valutazione: l'immigrazione cinese a Prato non è stata frutto di un destino cinico e baro ma è stata funzionale a quelle imprese che per puro interesse, il risparmio, hanno dato lavoro e esternalizzato una parte della produzione alle imprese cinesi che adesso additano quali causa dei mali del comparto tessile.

La proposta: estendere ai comparti del privato quanto definito dalla legge regionale in materia di contratti pubblici e relative disposizioni sulla sicurezza e regolarità del lavoro andando così a sanzionare quelle imprese italiane che appaltano il lavoro o acquistano prodotti dalle sanzionabili aziende cinesi. Ciò creerebbe un circolo virtuoso di regolarizzazione del mercato e impedirebbe il dumping.

Il problema è che i cinesi sono funzionali agli interessi imprenditoriali e a quelli politici rappresentando di fatto un meraviglioso capro espiatorio per la soluzione di una crisi che oramai è da considerarsi strutturale.