lunedì 12 ottobre 2009

COMITATO STOP AL RAZZISMO PRATO




Solidarietà ai Sinti di Prato
Lunedi 5 ottobre polizia ed esercito hanno dato vita ad un maxi bliz nei campi nomadi di via Marconi e di via delle Calvane a Prato. Si è trattato di un'operazione ingiusta, inutile e di carattere razzista volta a criminalizzare ed intimidire una minoranza italiana, una comunità pacifica che non è dedita ad alcuna attività criminale (come gli stessi controlli hanno rilevato). Per l'operazione sono state mobilitate pattuglie del nucleo volanti, il reparto motociclisti della polizia municipale, equipaggi di rinforzo del reparto prevenzione crimine di Firenze, pattuglie miste con l'esercito, inoltre i campi sono stati “cinturati” e le operazioni di “controllo sono state “assistite” dall'elicottero della polizia di stato di Firenze. Non è stata rilevata alcuna attività illegale, sono state controllate 95 persone (regolarmente residenti) e 53 veicoli (nessuna irregolarità), sono state semplicemente identificate otto persone senza residenza.
La demagogia razzista della giunta Cenni, in linea con le politiche del governo Berlusconi-Bossi come pacchetto sicurezza, attraverso operazioni spettacolari come questa, cerca consenso tra i cittadini alimentando razzismo e colpendo fasce deboli della popolazione. Un consenso che si basa sulla paura, sull'odio e sulle divisioni. Ispirata alla stessa logica è la proposta di regolamento per i campi nomadi elaborata dalla commissione 5, presieduta da Roberto Baldi che sarà prossimamente in discussione in giunta. Tale proposta, completamente calata dall'alto e mai discussa con le persone che nei campi devono vivere, prevede schedature, obbligo di segnalare i propri spostamenti con dieci giorni d'anticipo, controllo degli accessi e un contributo di 1 euro al giorno per persona per “partecipare alle spese di gestione”. Demagogia razzista e bugie si moltiplicano : le migliorie apportate nei campi nomadi in questi anni sono state fatte dai residenti, mentre le loro richieste (ad esempio quella di bagni in muratura) inoltrate all'amministrazione sono tuttora disattese. In primo luogo questo regolamento penalizza persone che rappresentano fasce anche economicamente deboli della popolazione, ma soprattutto la logica della schedatura, gli obblighi di comunicazione avvicinano la vita di un campo ad un luogo di reclusione piuttosto che di residenza.
Demagogia, bugie e non detti si moltiplicano: perché Cenni e la sua giunta non parlano dei costi di un'operazione di polizia come quella di lunedì scorso che sostanzialmente non rileva nessuna irregolarità?
Condanniamo il blitz razzista di lunedì scorso e la repressione contro i sinti di Prato , al contempo rifiutiamo la logica che ispira la bozza di regolamento per i campi nomadi in discussione al comune. Facciamo appello ai singoli, alle associazioni, alle forze sociali e politiche ed al volontariato per costruire attivamente la più vasta solidarietà intorno alla comunità sinti ed a tutti gli individui, comunità o gruppi colpiti da razzismo e discriminazione in questa città.
Con lo stesso spirito invitiamo tutti alla più vasta mobilitazione per l'importante manifestazione nazionale antirazzista contro il pacchetto sicurezza del governo Berlusconi del prossimo 17 ottobre a Roma.

Comitato Stop razzismo Prato

stoprazzismoprato@yahoo.it
tel. (tutti i giorni dalle 18.30 alle 20.30): 331-5837300
Il comitato si riunisce ogni giovedì alle 19 in via Pomeria, 90 presso Il Pentolone

3 commenti:

  1. Buonasera,vi pongo una semplice domanda,mi potreste dire quali sono i loro mezzi di sussistenza?

    Grazie

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  2. Ciao, una domanda difficile da rispondere. Come se qualcuno mi chiedesse quali sono i mezzi di sussistenza dei lucani, come me. I sinti sono italiani, hanno la cittadinanza italiana, hanno fatto il servizio militare in Italia. Alcune famiglie, comunità sono in Italia dal 1400. La famiglia di Ernesto, che oggi abbiamo intervistato al nostro programma radiofonico "Le faremo sapere" su Radio Insieme, è a Prato dal 1918, è una famiglia non solo italiana ma pratese. I sinti lavorono e studiano come tutti gli italiani.

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  3. Caro anonimo, e tu che lavoro fai? Perchè se lo chiedi agli altri bisognerebbe che prima tu lo chiarissi a tutti. O devo forse pensare che il tuo labile pensiero sia ammantato dalle peggiori paranoie e da indecenti pregiudizi?

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