domenica 4 ottobre 2009

LA GELMINI E LA SUA RIFORMA







LA GELMINI E LE SCUOLE "SERALI"; LA GELMINI E IL TETTO MASSIMO DEL 30% DEGLI ALUNNI STRANIERI; LA GELMINI E I PRECARI; LA GELMINI E.....LA "NON " SCUOLA PUBBLICA.

Sciopero etico di Franco Beradi, professore ai corsi serali di Italiano e Storia nell'istituto Aldini- Valeriani di Bologna. Uno sciopero contro gli ultimi tagli di insegnanti e di classi nonostante l'aumento degli alunni, tra cui molti stranieri. Berardi scrive: " Non potendo collaborare con chi uccide la scuola e promuove ignoranza, violenza e razzismo, dichiaro sciopero di conoscenza finchè le belve se ne saranno andate". Anche a Milano e in altre città italiane ci sono state proteste per la chiusura di molti corsi serali. "Si è vero, dicono i docenti, serve una rioganizzazione, ma si pensa solatanto ai costi". Le serali specialmente nella società multietnica dove è necessaria l'integrazione, sono una risorsa da sviluppare e non da mortificare tra i tagli del ministro Gelmini. I corsi serali sono importanti anche per dare una risposta formativa ai tanti lavoratori/studenti che sono davvero motivati nel ritornare a scuola.Perchè è dura la scuola dopo una giornata di lavoro.
In difesa delle "serali" pubbliche è nato un comitato con sito internet su cui si può trovare una lettera aperta inviati ai ministri Gelmini e Sacconi.
La multietnica Prato dice no al tetto massimo di alunni stranieri per classe.
Il ministro Gelmini ha proposto un tetto massimo del 30% di alunni stranieri per classi, nel prossimo anno scolastico. A Prato dove gli alunni figli di immigrati, sono in media tra scuole materne e superiori, il 21% il problema non è terorico. Per ora si tratta solo di una proposta senza alcuna spiegazione pratica, ma se non sarà solo un episodio della politica dell'annuncio, allora le scuole pratesi dovranno organizzarsi. Con problemi come all'istituto Dagomari dove ci sono indirizzi frequentati da molti stranieri che non ci sono in altre scuole cittadine.
Ma il ministro ci dirà come fare.
Cgil: 120mila docenti precari. «In Italia stimiamo 120 mila docenti precari a cui si deve aggiungere tutto il personale Ata. Di fronte al dramma che stanno vivendo queste persone il governo deve fare marcia indietro, stabilizzare e ritirare i tagli alla scuola». Lo ha detto il segretario generale Flc-Cgil Mimmo Pantaleo.
Importante manifestazione nazionale a Roma 3 ottobre 2009, "Dignità e futuro per la scuola pubblica". Questo lo striscione d'apertura del corteo dei precari della scuola e del Coordinamento degli studenti universitari. Aderiscono alla manifestazione anche Cobas e Cgil. Una parte del corteo, composto dal Coordinamento degli studenti universitari, ha fatto tappa a piazza del Popolo per unirsi alla manifestazione sulla libertà d'informazione. Dopodiché, ha raggiunto il corteo degli insegnanti precari a viale Trastevere, di fronte al ministero dell’Istruzione. In testa al corteo, gli insegnanti precari e alcuni manifestanti con una maschera bianca sul volto con su scritto «Precario» e una croce rossa sulla bocca. In coda al corteo si legge invece "Più si taglia più si raglia" su uno striscione portato da una ventina di studenti con le orecchie d'asino.

COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA ITALIANA
Parte I: Diritti e doveri dei cittadini
Titolo II: Rapporti etico - sociali
art. 33. L'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento.
La Repubblica detta le norme generali sull'istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi.
Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato...
art. 34. La scuola è aperta a tutti. L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita.
I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi.
La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devano essere attribuite per concorso.

Fonti: Il Tirreno, La Repubblica, Il Messaggero, L'altro, il sito FLCGIL e La Costituzione della Repubblia Italina.

3 commenti:

  1. Uno Stato democratico che vuole uscire dalle crisi, vuole combattare la delinquenza, e dare un futuro ai giovani, non indebolisce la magistratura e la scuola pubblica. Leggendo in questo ultimo mese sui giornali locali si parla molto della scuola, soprattutto come problema immigrati, che tristezza, i giovani immigrati sono un problema da risolvere con un limite del 30%. Complimenti alla Gelmini e al suo seguito. Sui giornali ho letto che l'assessore comunale alla Pubblica istuzione ringrazia l'onorevole Mazzoni che dopo la visita alle scuole pratesi, è ancora più deciso nel portare avanti la proposta della gelmini del tetto massimo del 30% da applicare alle scuole pratesi.
    Viene un pò da ridere, si tagliano i finanziamenti alle scuole, forse perchè vogliono rendere la scuola pubblica un parcheggio per i giovani. Forse è per questo che non pensano a soluzioni più dignitose, più razionali, es. più fondi per: ore di italiano in più, per i laboratori, per insegnanti di "sostegno". Una scuola pubblica di eccellenza e non di limiti. Ma loro frequentano le scuole private.
    Anche le scuole superiori non sono in buona salute, ho letto in una intervista della dirigente del Gramsci- Keynes la sua preoccupazione per i costanti tagli, dal 2000 al 2008 l'85% di finanziamenti in meno.
    Cosa accadrà al nostro futuro al futuro dei nostri figli.
    Scusatemi per lo sfogo e grazie.

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  2. Le ragioni degli immigrati sono giuste e non devono essere trascurate, al
    tempo stesso mi sorgono dei dubbi sul valore delle integrazioni culturali e
    razziali, è evidente che non siamo preparati ad accogliere tutti e
    chiunque, una sana integrazione si basa sul rispetto reciproco, e non credo
    si sia preparati ad accettare totalmente le esigenze altrui, ci crea troppi
    problemi dover cambiare qualcosa della nostra vita e tutto sommato non vedo
    perchè dovremmo farlo.
    Se consideriamo i fatti le integrazioni con le generazioni che non
    transitano nella scuola sono quasi impossibili il divario è notevole ,
    quindi è tramite la scuola che possiamo cambiare gli atteggiamenti e le
    culture, quì mettendomi dalla parte di del genitore di un bimbo che in
    classe si potrebbe verifica di superare quella soglia del 30% non sò più se
    si può realizzare una integrazione oppure si creano dei disagi di
    apprendimento per tutti.
    Detto questo l'integrazione va fatta sicuramente partendo dalle nuove
    generazioni in particolare nella scuola, ma ritengo sia giusto farlo
    gradualmente
    al fine di non stravolgere il nostro quotidiano , e dare modo di integrarsi
    in un rispetto reciproco, senza dover soccombere o subire degli abusi da
    parte di nessuno
    Saluti
    Alfiero Martelli

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  3. La nota sul tetto al 30% di stranieri in una singola classe del Ministro Gelmini, nei fatti è firmata da uno dei suoi primi dirigenti il dott. Mario G. Dutto, già direttore scolastico della regione Lombardia. La nota è ben articolata per l’applicazione del tetto e ci sono anche margini di flessibilità per la sua applicazione. Era necessaria una assunzione di responsabilità del ministero su questo problema e c’è stata. In settembre 2009 si rilevavano in alcune scuole di Roma e di Milano esistevano situazioni di questo tipo: alla Lombardo Radice di Milano 93 iscritti stranieri su 96 (solo tre italiani), alla Carlo Pisacane di Roma 178 iscritti stranieri su 184 (solo sei italiani). Un fenomeno di questo genere non si può considerare un buon fenomeno di integrazione. Il problema sono invece i corsi di alfabetizzazione: si fa riferimento alla cosiddetta quota di flessibilità dell’autonomia scolastica del 20%, ai progetti mirati, ai moduli, a iniziative pomeridiane, ed anche a corsi propedeutici nei periodi giugno/luglio/settembre. Nei fatti tutta l’esperienza del dott. Dutto è stata messa in campo per dire che bastano le sole risorse che la scuola ha in questo momento e che non ci saranno altre risorse finanziarie aggiuntive. A questo punto non si capisce come si può fare il miracolo. Alla fine pare che il carico se lo debbono assumere gli insegnanti. Ma gli insegnanti il carico se lo erano già assunto e non potranno fare nuovi miracoli.
    francesco zaffuto www.lacrisi2009.com

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